Gli effetti destabilizzanti del voto regionale sul Comune di Terni

comune di terni consiglio avvocato

CAMBI IN GIUNTA, LITI IN FORZA ITALIA, I CONTI DEI F.LLI D’ITALIA E ORSINI LASCIA IL PD

Il consigliere Orsini lascia il Pd

Chissà come uscirà il Comune di Terni dal terremoto elettorale delle Regionali? Sarà necessario un rimpasto della giunta comunale, il secondo in pochi mesi, in conseguenza della probabile nomina di qualche assessore di Palazzo Spada ai compiti di amministratore nella giunta Tesei. Ad esempio è data come notizia sicura la trasmigrazione – armi, bagagli e bombolette spry al peperonicno – di Valeria Alessandrini e c’è chi vagheggia di un salto da canguro fin dentro la giunta Tesei per Enrico Melasecche nonostante sia il primo dei non eletti tra i candidati della Lega. Riguardo Melasecche è già pronto comunque l’abito buono da mettersi indosso non appena qualcuno che ha preso più voti di lui sarà chiamato a dimettersi per diventare assessore Tesei. Consigliere regionale o super-assessore a Terni, una scelta andrà fatta.

Fratelli d’Italia non sembra correre di questi pericoli anche se all’interno è probabile ci sia una specie di resa dei conti dopo la “guerra delle candidature” con l’assessore Elena Proietti messa in lista a fare da contraltare ad Eleonora Pace nell’ambito di una manovra che – dicono i malpensanti – serviva a dividere i voti ternani per favorire un perugino.

Forza Italia?  Ahiaiahai! , sono dolori! Il presidente del Consiglio comunale, Francesco Ferranti, frustrato nelle sue aspirazioni di approdo perugino a palazzo Cesaroni, ha cominciato a sparare alzo zero contro il potere “delle famiglie”, sbilanciandosi a sostenere che la componente ex socialista (quella di Stefano Fatale preferitogli in lista) non conta niente. Vuoi vedere che conta quel che basta perché ci scappi la sostituzione del presidente del consiglio?

Per quanto di interesse va registrata anche la presa di posizione di Valdimiro Orsini consigliere comunale che  lascia il Pd e aderisce al gruppo misto. Per ora. Datosi che appare più che improbabile che Orsini approdi anch’egli al gruppo della Lega e che sicuramente è deciso a non rimanere nel gruppo dei “due di coppe”, la sua è un’anticipazione della costituzione di un gruppo consiliare di Italia Viva. Orsini sembra assumere, in tal senso, il ruolo di apripista ad una secessione di una cordata di truppe cammellate destinate all’esercito renziano.

Classiche le motivazioni addotte da Orsini che vede un Pd ormai allo sbando e destinato a sprofondare. Il risultato delle elezioni regionali – dice Orsini che dovrà a questo punto lasciare anche l’incarico di “consigliere delegato” in Provincia – “sancisce la fine di un’era di governo che per decenni è riuscita a dare all’Umbria prospettive, benessere, un ruolo nazionale e nel Mondo, ma che negli ultimi anni aveva oggettivamente concluso la sua spinta, con l’incapacità del Partito di essere inclusivo, di raccogliere le idee  e le personalità migliori di questa regione, nonché di perdere il rapporto con tutti noi cittadini alle prese con i problemi di tutti giorni”. Anche lui lamenta gli effetti del “fuoco amico”: “Sono troppi anni – dice – che il Partito Democratico in Umbria è caratterizzato da una guerra folle tra gruppi di appartenenza o provenienza. Una guerra che ha distrutto  la vitalità, la capacità di essere sintonizzati con la società umbra e ternana e che si è riversata sull’ultimo appuntamento elettorale, quello delle regionali, con liste incapaci di raccogliere il mondo del lavoro, dei giovani, del volontariato ma pensate solo per assicurare posizioni di rendita a chi non è capace di fare un passo indietro per lasciare posto all’autentico rinnovamento”. Una situazione di cui si sente vittima, quando afferma che “In questi lunghi anni di militanza nel Pd sono strasicuro di aver dato molto e di aver ricevuto solo ed esclusivamente il consenso degli elettori.  Al Comune di Terni sono stato impegnato nel duro lavoro di consigliere comunale, prima anima critica di una maggioranza che purtroppo si è schiantata sotto il peso di errori interni e di pressioni esterne e ora anima di una opposizione impegnata nel rispetto delle regole e del bene della città”.
“Chiaramente – specifica – rimango a servizio della città, di una Terni che ha bisogno di rappresentanza sui temi della correttezza amministrativa, del governo cittadino intenso non come soddisfazione dei soli gruppi di riferimento ma della città nel suo complesso, siano  i temi ambientali – molto trascurati anche da questa amministrazione di destra – che quelli della qualità di una città che purtroppo continua ad essere  mal tenuta.
Chiaramente continuerò a credere profondamente nei valori della solidarietà, del lavoro, della coesione sociale, ponendomi in maniera antagonista a una destra esclusivamente a trazione leghista che è stata abile e furba a cavalcare e alimentare le paure legate ai cambiamenti che sono in corso”.
“Continuerò il mio impegno – rassicura – in politica convinto che è possibile lavorare a una Terni e una Umbria che sapranno fare del cambiamento una opportunità, della crisi una ripartenza, della diversità una ricchezza. Seppur nell’onda lunga di questa destra che sembra solo interessata a costruire nuove situazioni di potere, ci sono le condizioni per raccogliere intorno a un progetto di una nuova  Terni tutte le persone che hanno voglia di dire e fare qualcosa, lontano dai partiti, dai loro schemi, dalle loro logiche autoreferenziali”.
E’ la catarsi, bellezza.