Furto a Ferentillo, sparita la testa della mummia del “cinese”

6 settembre 1987

Furto singolare quello compiuto a Ferentillo, nella Valnerina ternana: qualcuno s’impadronì di uno dei reperti esposti al Museo delle Mummie. Era la testa di un mandarino cinese, morto di peste alla fine del Settecento. Era capitato in Italia in viaggio di nozze, insieme – ovviamente – alla giovane sposa.  Chissà, forse per seguire le orme dei tanti artisti europei del Grand Tour, erano capitati dalle parti della Cascata delle Marmore. Ma si presero la peste e morirono in pochi giorni.

furto la museo delle mummie a Ferentillo
Precetto di Ferentillo e la chiesa di S.Stefano sede del museo delle mummie

Come avveniva nel caso di persone decedute sconosciute o di cui nessuno si presentava a reclamare le spoglie per dare loro una sepoltura nella zona di origine, furono sepolti l’uno a fianco all’altra nei sotterranei della chiesa di Santo Stefano, a Ferentillo. Lì erano stati sepolti insieme a altri appestati, briganti finiti sulla forca, dame e predicatori uccisi per strada, viandanti e pellegrini deceduti per cause naturali.

Il terreno su cui nell’alto medioevo fu costruita la chiesa pare abbia una particolare composizione chimica per cui favorisce la mummificazione. Cosicché, un paio di secoli dopo, la coppia di cinesi è diventata l’attrazione principale del museo che raccoglie qualche decina di mummie.

Beh, qualcuno in visita domenicale al museo, il 6 settembre 1987 non trovò altro da fare che portarsi via la testa mummificata del mandarino. Un furto, ma certo il bottino era “ingombrante”. Un ladro di reliquie? Sarebbe stato sicuramente sprovveduto. Per cui le indagini si concentrarono alla ricerca di qualche turista che era in vene di “bravate”. Ed infatti  si liberò alla svelta del macabro souvenir, abbandonandolo in mezzo ad alcuni ciuffi d’erba in un prato ni pressi della cascata delle Marmore. Dopo di che il rischio maggiore l’ha corso un altro turista, quello che, mentre guardava la maestosità della Cascata, si è ritrovato il “reperto” in mezzo ai piedi. Superato lo choc ha avvertito qualcuno, e così la testa del cinese è tornata al suo posto e continua a far mostra di sé nella teca del museo, a fianco alla “testolina” mummificata della sua giovane sposa.

E l’autore della bravata? Non fu individuato, ma l’aver fatto una quindicina di chilometri in auto insieme al mandarino cinese, dovrebbe essergli bastato.

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