Farmacie comunali, i sindacati chiedono il potenziamento

Tutto sta a mettersi d’accordo un punto: l’Azienda Farmaceutica che fa capo al Comune di Terni risponde ad un’esigenza di tipo mercantile oppure rientra nella tipologia del welfare? E’ un business o un servizio sociale?
Chiaro: un servizio pubblico non deve per forza essere in perdita, ed è compito specifico e precipuo di chi lo gestisce, far sì che il pareggio ci sia. Pare che il bilancio dell’Afm di Terni sia in rosso di qualche centinaio di migliaia di euro, mentre negli anni passati si era avuta una tendenza del tutto opposta.
Riorganizzare, quindi; rendere il meccanismo produttivo abbastanza da pareggiarlo, almeno, questo bilancio. Ma da qui a comportarsi come se le farmacie comunali fossero un’impresa economica, un’azienda che cerchi di massimizzare gli utili, beh… un po’ di spazio tra l’uno e l’altro dei limiti c’è. Non può essere, ad esempio, che per aumentare la produttività in un’azienda di proprietà pubblica si adottino la stesse misure delle imprese private le quali, gira e rigira, scaricano il peso sempre sull’anello più debole della catena: i dipendenti. E’ notizia recente il mancato rinnovo di otto contratti a termine. Otto dipendenti in meno in un sistema di nove farmacie più una parafarmacia, si fanno sentire, ed il servizio reso – ovviamente – non ne guadagna, specialmente se si è operato sempre col personale all’osso.
Magari per prima cosa si potrebbero compiere pass in altra direzione. “Il sistema delle farmacie comunali ha sempre svolto un servizio pubblico per la comunità. Partendo da questa considerazione sarebbe necessario che gli asset comunali fossero gestiti in modo di incrementarne il valore”. La richiesta è dei sindacati, Filcams Cgil – Fisascat Cisl – Uiltucs Uil di Terni. Un potenziamento, anziché un calo. La crescita, a parere dei sindacati, “ presuppone investimenti con maggiori servizi e occupazione. In questi anni più volte abbiamo denunciato – dicono – una politica che favoriva il sistema delle farmacie private, a scapito di quelle pubbliche. La concomitante presenza di studi medici (in alcuni casi fino a 20 medici contemporaneamente) e farmacie private nella stessa struttura o adiacenti, ha, di fatto, consentito un progressivo sviluppo del privato, modulando l’organizzazione del lavoro in modo tale da garantire una presenza di farmacisti nell’orario dei medici di medicina generale”. E’ una situazione di fatto che i sindacati chiedono sia osservata, anche perché – aggiungono – “Tutto questo ha ripercussioni anche sull’approvvigionamento del farmaco, che nelle farmacie municipali è sicuramente più difficile da programmare. La realtà ternana consta di 9 farmacie e di 1 parafarmacia. Un gruppo di queste risulta molto redditizio e realizza circa il 70% del fatturato”.
Va da sé che una struttura che rispondesse alle sole leggi del mercato, taglierebbe i “rami secchi”. Ma non è pensabile che questo accada quando si tratta di un servizio pubblico che è tale proprio perché l’obiettivo finale non è quello di fare cassa e incrementare il profitto, ma casomai di fare cassa ed incrementare il servizio, migliorarlo, far sì che la sua stessa esistenza svolga un compito di calmierazione dei prezzi sul mercato.
Questo era d’altra parte, lo scopo per cui nel lontano 1963 il servizio delle farmacie comunali fu istituito dal Comune.
Ma come fare in modo che il sistema “regga”, che il bilancio arrivi al pari? “Ad oggi, nel confronto tra l’amministratore di Farmacia Terni e l’amministrazione comunale, emerge una differente visione di crescita delle farmacie comunali che ha impedito una disamina attenta dei processi in atto -affermano i sindacati – Tutto ciò ha determinato una notevole perdita e un servizio non corrispondente alle esigenze dei cittadini. Un’analisi attenta delle singole farmacie permetterebbe una valutazione più congrua e tempestiva delle azioni da mettere in campo nel prossimo piano industriale, inoltre, la sinergia tra medici di base e farmacie andrebbe perseguita anche per le farmacie comunali che svolgono una funzione sociale di rilievo, soprattutto in riferimento agli orari di apertura definiti obbligatori e notturni finora svolti in prevalenza da Farmacia Terni”.
E allora la richiesta di Filcams Cgil – Fisascat Cisl – Uiltucs Uil è “di rendere evidenti le possibili strategie e politiche, per sostenere pienamente il rilancio di Farmacia Terni, superando l’attuale fase di indeterminatezza sia sul versante dei servizi che delle lavoratrici e dei lavoratori. La difficoltà in cui versa oggi l’azienda richiede una scelta netta, che si deve compiere nel confronto tra l’azienda stessa e l’amministrazione comunale, al fine di interrompere il rimpallo delle responsabilità tra un soggetto e l’altro e perseguire l’obiettivo di una piena valorizzazione di Farmacia Terni”.