Elezioni 1952, l’Umbria diventa ancor più “rossa”

elezioni 1952

“Smaglianti vittorie a Spezia, Terni, Ferrara”: l’Unità del 27 maggio 1952 non poteva non sottolineare certi risultati delle elezioni amministrative del 1952.  Anche se, considerato che s’era votato fino alle 14 del 26 maggio, per forza di cose alcuni risultati erano parziali, ma ormai l’andamento era chiaro, i dati principali acquiisiti. Le “smaglianti vittorie” si riferivano alle elezioni dei consigli provinciali. Gli scrutini delle comunali seguivano gli altri e quindi il 27 i quotidiani non erano in grado di riferirli se non in modo del tutto parziale.

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Palmiro Togliatti ad una manifestazione elettorale a Foligno


Elezioni “dure” quelle del 1952, o meglio del 1951-’52, perché la tornata elettorale fu spalmata su due stagioni. La Democrazia Cristiana e i partiti suoi alleati (Partito Repubblicano, Partito Socialdemocratico, Partito Liberale) e il blocco di sinistra (Partito Comunista e Partito socialista) si fronteggiarono apramente. Massimo l’impegno in tal senso da parte dei comunisti che incalzavano in tutti i modi gli avversari (vedi : Lacugnana roccaforte rossa⇒) i quali replicavano nei modi più svariati. All’origine dei rapporti così tesi c’era quel dato uscito dalle urne alle politiche del 1948, con una Democrazia Cristiana che aveva vinto largamente. Le amministrative del 1951 e 1952 rappresentavano l’occasione di una rivincita, ma altamente significativa, se si considera che in ballo erano anche l’organizzazione dello Stato e della sua economia; l’adesione ad un blocco o l’altro, per capirsi filo-americano o quello filo- russo.

In Umbria e nell’Italia centrale si votò per la massima parte dei Comuni nel 1952. Ed eccoli, i primi risultati strombazzati dall’Unità. Erano quelli favorevoli al Pci, ovviamente, o se si vuole al blocco delle sinistra come ufficialmente si chiamavano diverse liste di candidati specie nei comuni minori, diretta emanazione del “Fronte Popolare” sconfitto nel 1948.

E comunque per l’Umbria fu l’occasione di diventare ancor più “rossa” di quanto non fosse nel 1948, con Terni come città da record. Alla Provincia di Terni, che dalla sua istituzione  nel 1927 non era mai stata guidata da organismi eletti dai cittadini⇒,  “12 dei 14 seggi sono stati vinti al primo balzo dalle sinistre”, scriveva l’Unità. In effetti i seggi provinciali erano 24 e i risultati definitivi sentenziarono che la coalizione di centro, il “blocco democratico” (Dc, Psdi, Pri e Partito Liberale) ne aveva ottenuti 6; le sinistre ne avevano 16, e due erano andati a Missini e Monarchici. Un risultato comunque egregio e forse l’euforia del momento condusse L’Unità all’errore. A Perugia, nel numero dei seggi conquistati  il Pci doppiava la Dc: 12 seggi contro 6; 7 seggi al Psi, 2 al Partito socialdemocratico, 1 al Pri, 2 al Movimento Sociale.

Più interessanti i dati delle comunali. Intanto l’Unità, se metteva in risalto i Comuni strappati dallal sinistra ad amministrazioni di centro, taceva che il contrario era accaduto a Bastia e a Scheggia, dove la Dc e le liste apparentate conquistarono la maggioranza.

Certo è, comunue, che in Umbria la sinistra si affermò a Perugia, a Terni, e negli altri centri di maggiori dimensioni.

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