Da Narni il Psi propone un modello di sanità basato sull’ospedalizzazione domiciliare

Adiberto Favilli

“Un nuovo modello di sanità umbro che poggi sull’ospedalizzazione domiciliare”. Lo chiede il Partito Socialista con una presa di posizione del consigliere provinciale e comunale di Narni, Federico Novelli, in appoggio ad una proposta di Adiberto Favilli riguardante i vantaggi della spedalizzazione domiciliare specialmente al cospetto di pazienti di età avanzata.

Favilli vanta un passato di pubblico amministratore ma soprattutto una lunga esperienza come medico e proprio nel settore dell’assistenza domiciliare, essendo stato primario di anestesia e rianimazione terapia del dolore dell’ospedale di Narni e dagli anni 80, seguace del prof .Vittorio Ventafridda dell’Istituto Tumori di Milano ,ho dato vita al servizio di cure palliative domiciliari prima nel comune di Narni e successivamente per tutta la provincia di Terni. Attualmente è direttore scientifico e il coordinatore di una équipe composta da medici ed infermieri volontari che operano nel territorio del comune di Narni e alcune volte nei comuni limitrofi.

Favilli, che molto si è battuto a suo tempo per il superamento di difficoltà burocratiche (e non solo) che frenavano sulla terapia domiciliare del dolro dei malati oncologici ha inviato una la lettera alla presidente della Regione, Donatella Tesei e all’assessore regionale alla sanità, Luca Coletto, oltre che alla presidente della commissione regionale sanità, Eleonora Pace.

Federico Novelli

“Accogliamo con favore questa iniziativa che facciamo nostra – afferma Novelli – proponendo a tutte le forze politiche favorevoli, che chiamiamo a raccolta, di costituire un tavolo composto da politici, esperti, e rappresentanti delle forze sociali, allo scopo di realizzare un nuovo modello umbro di sanità al passo con i tempi.

“Riteniamo – specifica Novelli – che questo possa ridurre i tassi di ospedalizzazione, risparmiando posti letto da dedicare agli acuti, migliorare la qualità di vita del paziente e contenere la spesa sanitaria. Indipendentemente da questo brutto periodo, è in crescita il numero di persone malate, in special modo anziane, che hanno bisogno di trattamenti che solo l’ospedale può fornire e che, per questo, vi trascorrono periodi molto lunghi della loro esistenza, con ricadute sicuramente negative in termini di qualità di vita, aumento del rischio iatrogeno, perdita di autonomia, e del calore della famiglia, cose che possono essere evitate portando l’ospedale a casa”.