Coldiretti: “L’agriturismo è agricoltura: troppo alte le tariffe rifiuti”

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Albano Agabiti presidente Coldiretti

Coldiretti e Terranostra Umbria, l’Associazione Agrituristica di Campagna Amica, con una lettera congiunta a tutti i Sindaci umbri, chiedono di risolvere una problematica che da tempo affligge le imprese agrituristiche, ovvero la loro assimilazione delle stesse agli alberghi e ristoranti ai fini dell’applicazione della Tari.
L’attività agrituristica – sottolinea Coldiretti – è considerata specificazione dell’attività agricola, distinta da quella commerciale per finalità e regime, quindi viene invocata la facoltà dei singoli Comuni di istituire per gli agriturismi un’apposita sottocategoria in grado di proporzionare meglio l’imposizione della Tari.<br /> Questo – chiarisce Coldiretti – dopo che anche l’ANCI, successivamente alla sentenza del Consiglio di Stato dello scorso febbraio, attraverso una nota di approfondimento della propria fondazione IFEL, invita i Comuni a rivedere l’applicazione della tariffa dei rifiuti urbani per gli agriturismi. L’Istituto per la Finanza e l’Economia Locale (IFEL), infatti – ricorda Coldiretti – “consiglia” ai Comuni di tenere conto della specificità dell’attività agrituristica, che ha come obiettivo primario quello di recupero del patrimonio edilizio rurale e di valutare la stagionalità dell’attività e la minor capacità ricettiva rispetto agli alberghi, legata al numero massimo dei pasti e dei posti letto offerti. Infine l’eventuale effettuazione del compostaggio in loco della frazione organica dei rifiuti prodotti. Tutti elementi che contraddistinguono tale attività e che incidono assai diversamente sul costo di gestione dei rifiuti.
“L’associazione dei Comuni italiani – commenta Albano Agabiti, presidente Coldiretti Umbria – conferma la legittimità del nostro impegno a favore degli agriturismi del territorio per una differente quantificazione del tributo. Pertanto facciamo appello alle Amministrazioni comunali affinché rivedano la propria TARI, modificando le vigenti disposizioni in materia, tenendo conto delle indicazioni trasmesse dalla fondazione che fa capo ad ANCI. Questo – conclude Agabiti – anche nel rispetto di una corretta attuazione del generale principio di capacità contributiva in materia”