Cimarelli, un centro giovanile “sfrattato” e il gioco delle tre carte

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L’INTERVENTO/

di PAOLO ANGELETTI*

A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”. Questa frase, ripetuta da molti e attribuita ad un noto statista (ma in realtà l’ha detta per la prima volta un papa), ha un significato profondo e a volte fa comprendere bene i comportamenti umani.

Che l’Amministrazione Comunale abbia manifestato (ed in parte attuato) l’intenzione di riappropriarsi degli immobili che ospitano i Centri Giovanili (e quelli per gli anziani, la Casa delle Donne ecc.) è cosa nota, da tempo. Naturalmente per inserirli in bandi di gara. E’ corretto. Rientra fra i diritti di una Giunta Comunale, regolarmente nominata dalla maggioranza dei cittadini.

Che gli attuali utenti  (giovani, meno giovani, donne ecc.) non siano entusiasti dell’idea e provino anche a protestare in tutti i modi, pare logico e accettabile. Fa parte di quella cosa che si chiama Democrazia (ci sarà pure una parte della popolazione che non è d’accordo su queste scelte, o no ?).

Quello che non è accettabile è che, se si chiedono i motivi di queste scelte, a queste non venga data risposta. E sì, questo è un diritto di tutti.

Il Centro Sociale Germinale Cimarelli (dalle  parti di Via del Lanificio) ospita dei ragazzi (alcuni meno ragazzi) che si sono dati da fare per anni nel sociale e hanno dato una veste dignitosa ad ambienti in condizioni un po’ disastrate all’inizio del loro percorso. L’immobile è di proprietà del Comune. A fine giugno scade il loro contratto. Sarà fatto un bando (a cui anche loro potranno ovviamente partecipare). Ma non è questo il problema.

Il problema è che i ragazzi (!) ottengono un’audizione in Commissione Consiliare, in cui vengono fuori anche alcune idee interessanti (ad es. perché non inserire tra i requisiti del bando un sorta di bonus per chi ha gestito -e sa gestire- un’attività del tipo di quella richiesta dal bando ?). Poi la cosa prosegue in Consiglio Comunale.

Era stata ipotizzata una carenza di agibilità nell’immobile o nell’uso dell’immobile. Già, perché non si sa di che cosa si tratti. Si tratta della sicurezza strutturale ? Ma, allora si dovrebbe far sgomberare l’immobile. Si tratta dell’abilità igienico-funzionale ? Ma anche in questo caso non c’è da scherzare. Bisognerebbe provvedere subito. Si tratta dell’agibilità legata al pubblico spettacolo ? Ma allora basterebbe porre un obbligo, un divieto agli utenti per tale uso.

E’ questo il problema. Questa notizia, ventilata tempo fa, quando si è cominciato a parlare di scadenza del contratto (ma guarda la coincidenza !), aveva cominciato ad impensierire più o meno tutti, a cominciare dagli utenti, ovviamente. Poi, in audizione è stato affermato che non c’era alcuna inagibilità. Poi, in Consiglio Comunale (stavolta è l’Assessore a parlare), non si fornisce alcuna risposta, nonostante ci siano stati sopralluoghi di tecnici del Comune. Ma dove stanno le relazioni, i documenti ?

Insomma i “cattivi” pensieri sono diventati sospetti, poi si sono trasformati i preoccupazioni.

L’atto d’indirizzo presentato da un consigliere comunale è stato ovviamente respinto. Si sa, un eccesso di democrazia, di informazioni, fa male.

Rimane comunque il dubbio. Ma, si fa veramente peccato a pensar male

*Cons. com. Terni Immagina