Cessione Ast: nessuno ha notizie, i sindacati premono e vogliono incontrare Giorgetti

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Come va la vicenda della cessione dell’Ast da parte di ThyssenKrupp? Boh! Il detto “nessuna nuova buone nuove” non sembra tanto adatto nel caso specifico. O almeno questo è quel che pensano i sindacati, ai quali questo clima di incertezza non piace granché. Lo sottolineano i responsabili di settore di Fim Fiom Uilm Nazionali, Valerio D’Alò, Gianni Venturi, Guglielmo Gambardella, a seguito di un incontro con le rispettive strutture metalmeccaniche territoriali di Terni.

“L’assenza di informazioni sullo stato di avanzamento della procedura di cessione di Acciai
Speciali Terni non è comprensibile e crea un clima di incertezza inaccettabile”, affermano in una nota diffusa oggi giovedì 11 marzo. Anche perché, aggiungono, non induce a pensieri ottimikstici la notizia del fallimento della trattativa tra Thyssenkrupp e Liberty Steel “che aveva presentato un’offerta aggiornata e non vincolante per l’acquisizione di Thyssenkrupp Steel Europe”.

Alla vigilia della riunione che si terrà il 12 marzo (ossia domani) del Consiglio di sorveglianza e del Consiglio di amministrazione di Thyssenkrupp, che dovranno discutere della strategia futura del Gruppo, appare necessario un minimo di informazione. “I lavoratori e la città di Terni hanno bisogno di avere certezze: la vendita sia finalizzata alla valorizzazione della più importante realtà industriale siderurgica del territorio, strategica per l’insieme del comparto manifatturiero italiano”. diconol i responsabili sindacali.

I quali ricordano che “Nell’ultimo incontro al ministero dello Sviluppo Economico del 22 dicembre scorso,
avevamo avuto rassicurazioni, da parte dei rappresentanti del dicastero, che il governo avrebbe seguito con la massima attenzione la procedura di cessione del sito di produzione di acciaio inox ma, ad oggi, non abbiamo avuto più notizie. In occasione del suddetto incontro le organizzazioni sindacali avevano chiesto al Mise di intervenire su Thyssenkrupp per avere certezze sulla valutazione delle offerte che avrebbero assicurato, attraverso un credibile e solido piano industriale, la crescita dei volumi produttivi e dei
livelli occupazionali”.
A questo punto Fim, Fiom e Uilm ritengono necessario “nel più breve tempo possibile, un riscontro alla nostra richiesta di incontro inoltrata al ministro Giancarlo Giorgetti lo scorso 4 marzo”.