Le donne di Cervara e i “martiri della guerra”

Lapide Cervara vocabolo Tiro a segno

Per celebrare l’8 marzo del 1951 le donne della borgata del vocabolo Tiro a Segno, nella zona di Cervara, a poche centinaia di metri dalla cascata delle Marmore ed a circa sei chilometri da Terni, vollero ricordare alcuni vicini di casa, magari loro parenti, morti a causa della seconda guerra mondiale ed i cui nomi non erano stati compresi in alcuna delle lapidi “importanti”.

Eppure, per le donne del vocabolo Tiro a Segno erano anche loro “martiri di guerra”. Oggi quel gesto è diventato una piccola – se si considerano le dimensioni della lastra di pietra – grande testimonianza, che perpetua il ricordo del sacrificio di quattro uomini coinvolti in una tragedia più grande di loro, quale fu la guerra combattuta dall’Italia tra il 1940 ed il 1945.

Una lastra di marmo di pochi centimetri quadrati che acquista solennità per la sua semplicità. Chi transita in automobile diretto alla cascata delle Marmore difficilmente la vede essendo essa posta sul muro di una casa, di recente ristrutturata e resa più bella con una ritinteggiatura con vernice celeste. La casa si trova proprio in coincidenza di una curva, sul lato interno dell’ultima curva dalla quale già si intravede lo spettacolo della cascata.

“Le donne della borgata in memoria dei martiri di guerra Bordoni V., Nannini E., Ascani G., Buttarelli M.”, c’è scritto, su quela piccol lapide. Quindi la data: 8 marzo 1951.

Un ricordo che però a causa della sua essenzialità e semplicità, quasi settant’anni dopo non mantiene l’efficacia del momento. Chi sono, infatti, Bordoni V., Nannini E., Ascani G.? E perché mentre questi tre nomi sono in fila l’uno sotto l’altro il quarto, Buttarelli M. , è spostato da solo sulla destra?

Intanto: Wilson Bordoni (ma la V doppia era diventata V semplice sui documenti con l’avvento del fascismo) risulta disperso in guerra. Non si sa dove è stato ucciso né a quando risale la sua morte: arruolato nell’esercito italiano, una mattina ha salutato i suoi cari e di lui non si è saputo più nulla.  Ennio Nannini e Giovanni Ascani morirono invece a causa di uno dei tanti bombardamenti che colpirono Terni: sono due dei quasi mille ternani vittime civili della guerra. Il nome di Milano Buttarelli è stato probabilmente aggiunto dopo che i primi tre erano già stati vergati dallo scalpellino, forse perché questi ha calcolato male lo spazio (esiguo) a sua disposizione, o forse perché si era ancora in attesa di avere notizie precise sulla sorte toccatagli. Anch’egli però risulta disperso. Era soldato in Albania ed è lì ha trovato la morte.

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