A Roma, vicino al Pantheon, c’è il “Pulcino della Minerva”, un monumento di Bernini: un elefantino sorregge un obelisco. Fu rivenuto durante lavori di ammodernamento nell’attiguo convento di frati domenicani ed il papa volle che esso arricchisse la piazzetta antistante la chiesa di Santa Maria sopra Minerva. Il progetto complessivo, opera del Bernini, non piaceva però ai domenicani i quali pretesero ed ottennero dal papa che all’architetto fosse ordinato di apportare alcuni cambiamenti. Con grande ed evidente disappunto del Bernini il quale si vendicò. Piazzò il monumento al centro della piazza, ma lo orientò in maniera che le “terga” dell’elefantino fossero la prima cosa che vedevano i domenicani non appena aprivano le finestre del loro convento (oggi è un albergo e lo scenario è riservato agli ospiti).
In effetti, nel caso di Ponte, qualcosa accadde nel periodo di edificazione della chiesa, la cui facciata fu realizzata in due tempi: la parte inferiore è del XII secolo, quella superiore del XIV. Nel corso del XIII secolo il papa Martino IV si “macchiò” della decisione di declassare la pieve di Ponte che fino ad allora estendeva la propria influenza su un vasto territorio che comprendeva anche Norcia e Cascia. Martino, per opportunità politica, cedette la Pieve ai signori di Camerino. Significò l’addio ai retaggi di un passato importante, che traeva origine dal tempo in cui fu gastaldato Longobardo. . Chi ci dice che quel mostrare le terga, non sia una protesta contro la decisione del papa?
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Cerreto: per protesta gira le spalle al papa