Cassa di Orvieto, la Cgil e il sindaco di Parrano chiedono “attenzione alta”

cassa risparmio orvieto
Valentino Filipetti, sindaco di Parrano

Sono 280 i dipendenti della Cassa di Risparmio di Orvieto che, come si sa, è per il 76% per cento proprietà della Banca Popolare di Bari, e il 24% della Fondazione Cro.

E quando si dice Banca Popolare di Bari, come commentava quello “basta la parola” e i capelli si rizzano. Sembra certo, in verità, che nella operazione che riguarda l’istituto di credito pugliese, non dovrebbero esserci ripercussioni negative sui risparmiatori né su altro specie per quanto riguarda la Cassa orvietana, ma come starsene tranquilli ad osservare e non buttare – almeno – le mani avanti?

Così, comunque, il sindaco di Parrano, Valentino Filipetti, è convinto che “Avrà gravi riflessi anche sul territorio la crisi della Banca popolare di Bari” e per questo chiede al sindaco di Orvieto, Francesca Tardani la convocazione di una riunione dei sindaci dell’Area Interna e dei parlamentari umbri per parlare del commissariamento della banca. “Da una parte – sostiene Filippetti – è necessario un intervento urgente e diretto del governo a tutela degli azionisti e dei risparmiatori, dall’altro occorre invece capire le responsabilità di chi ha condotto un istituto così importante in questa situazione”. Sul fronte occupazionale va registrata la presa di posizione del sidnacato Fisac Cgil dell’Umbria, il cui comittao direttivo, a sua volta “esprime forte preoccupazione per le sorti di quella che è rimasta una delle ultime aziende di credito con autonomia giuridica della regione Umbria”.
“La Cassa di Risparmio di Orvieto – dice il sindacato di categoria della Cgil – è una banca sana, con ratios patrimoniali di sicura solidità e per questo non è stata oggetto di un provvedimento analogo a quello adottato nei confronti della Banca Pugliese” ma si fa sapere che l’auspicio è che “la gestione commissariale della capogruppo punti a preservare il valore della Cassa Umbra e soprattutto a garantire i livelli occupazionali ed i servizi al Territorio” e che “qualora anche la gestione commissariale dovesse proseguire nelle trattative per la vendita a terzi della quota di controllo di Cro detenuta da Bpb, si punti non solo alla massimizzazione del ritorno economico-patrimoniale per la controllante, ma anche alla ricerca di un partner industriale che sappia tutelare i sopracitati livelli occupazionali ed il livello dei servizi al territorio, offrendo altresì prospettive di sviluppo sostenibile del business”.
La Fisac Cgil dell’Umbria invita comunque le Istituzioni della regione Umbria e tutti gli organi politici regionali a vigilare affinché non si depauperino ulteriormente i centri decisionali nell’erogazione del credito presenti in Regione.