Cascia, monache truffate da falsi antiquari

L'arrivo di un gruppo di turisti a Cascia alla fine del 1800
L’arrivo di un gruppo di turisti a Cascia alla fine del 1800

13 agosto 1887
Si spacciarono per commercianti di oggetti antichi, di passaggio a Cascia per il Ferragosto. “Trovandoci qui – dissero – abbiamo pensato che forse potremmo unire l’utile al dilettevole e provare a comprare qualche oggetto di antiquariato. A voi non dovrebbero certo mancare”. Le monache di un convento di Cascia alla cui porta i due uomni avevano bussato, dissero che sì, loro ne avevano di oggetti antichi che non erano necessari. Vecchi lasciti e doni fatti alle monache, per cui non ci sarebbe stato niente di strano se qualcosa lo avessero venduto per dare sostentamento al convento. “Possiamo dare un’occhiata?” chiesero i due. Permesso accordato. Ne trovarono di roba… E ne acquistarono di oggetti. Si misero d’accordo per un prezzo a “stucco”: mille lire e pace fatta, un bel gruzzolo nel 1887. Le monache acconsentirono. “A posto allora – dissero i due, i soldi dato che eravamo usciti solo per fare una passeggiata li abbiamo lasciati in albergo. In un battibaleno andiamo, torniamo e vi paghiamo”. Ed uscirono portandosi appresso tutti gli oggetti che avevano scelto di comprare. “Sono tre giorni che le monache aspettano, ma inutilmente – riferiva il cronista dell’epoca – Fatte delle ricerche, finora non è stato possibile rinvenire i due truffatori”.

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