Cascata, al Comune l’80% degli introiti. La Provincia cala al 20.

ascensore camera commercio terni

E’ stata approvata, dalla seconda commissione consiliare del Comune di Terni, la convenzione per la gestione e la valorizzazione della Cascata delle Marmore. Al di là della definiziooni “fascinose”, la convenzione definisce i rapporti tra Provincia e Comune, che sono comproprietari della Cascata, stabilendo responsabilità e riparto degli utili. Fino ad oggi non si è fatto ricorso a convenzioni, ma ad accordi operativi ratificando, anno per anno, gli atti gestionali ma ora si è ritenuto necessario percorrere una strada diversa, stipulando una convenzione “che è il frutto del lavoro congiunto. informa palazzo Spada – tra i due enti al fine di evitare problemi interpretativi o di contenzioso”. 

Dal punto di vista gestione operativo, invece, si segue lo schema adottato dal 2007 ad oggi. Al Comune sono affidate tutte le attività amministrativo-contabili, progettuali, manutentive, di direzione lavori nonché turistico-promozionali del sito “area turistico ed escursionistica della Cascata delle Marmore”. Per le funzioni gestionali e per le spese di amministrazione delle attività previste nella convenzione, spetta al Comune un compenso stabilito dalla Commissione tecnico-amministrativa su dati oggettivi di spesa, che verrà inserito nel programma annuale degli interventi e nel risultato di gestione annuale.

Quel che cambia è il riparto degli introiti per cui al Comune, secondo il documento discusso in commissione consiliare, spetta l’80 per cento. Si tratta di uno “sconto” (alla rovescia) nei confonti della Provincia che finora aveva percepito il 30% ed pra scende al 20%.

Le percentuali di riparto sono cambiate – ed è questa una delle maggiori novità – rispetto a quella del 2007. Precedentemente spettava alla Provincia il 30% dei proventi,  oggi il  20% . La decisione è supportata, secondo Palazzo Spada, da dato di fatto, in quanto negli anni sono stati consistenti gli investimenti sostenuti dal Comune. Si specifica anche che, comunque, gli utili di gestione – circa un milione di euro l’anno – vanno ripartiti “in base alla convenzione e in base alla consistenza patrimoniale. E’ stata fatta una ricognizione e trovate percentuali di competenza anche sulla base delle caratteristiche funzionali dei beni.
La durata della convenzione è di 5 anni. E’ prevista proroga e rinnovo in forma espressa da manifestare entro 3 mesi dalla scadenza. Le controversie tra gli enti vengono demandate al collegio arbitrale”.

Dalla Provincia silenzio.