Casa Pound, l’Anpi, le scritte e le strumentalizzazioni

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Domenica 24 febbraio, nel pomeriggio, da Terni stava lanciandosi un messaggio positivo a patto che qualcuno avesse voluto leggerlo: da una parte Casa Pound che presentava un libro-fumetto nel quadro delle iniziative per il giorno della Memoria dedicato alle vittime delle foibe; dall’altra l’Anpi che si faceva capofila organizzativo di una manifestazione antifascista che si è svolta nel modo più tranquillo e sereno e che nasceva soprattutto da una considerazione: perché il Comune di Terni concedeva l’aula consiliare ad un’organizzazione di estrema destra e con essa il patrocinio all’iniziativa di Casa Pound? Le due circostanze sono poi state in qualche maniera smentite, ma non poteva essere secondaria la presenza di un componente della giunta comunale a dare una specie di imprimatur.

Ognuno è stato al posto suo, domenica 24: Casa Pound nell’aula consiliare regolarmente affittata, la sinistra ternana a manifestare l’antifascismo, sentimento che non pare più pregnante come in passato. Due fazioni opposte, nessun incidente, nessuna invettiva sia da una parte che dall’altra. Un messaggio di civiltà fuori moda, ormai, quando c’è di mezzo la politica. Questa era la notizia. Poi è arrivata la foto di quella scritta vergata sul muro “Latini attento, ancora tira il vento” che ha mandato in soffitta tutto il resto, complici alcuni organi di informazione che sono arrivati a riferire delle “scintille tra Casa Pound e l’Anpi”. Una notizia clamorosa, questa, certo. Ma viziata da un “piccolo” difetto: le scintille non ci sono state. Una notizia falsa (fake news, si dice adesso), o quantomeno sbagliata. Con atteggiamenti del genere si soffia sul fuoco dando una bella mano ad invelenire un clima che è già piuttosto teso di suo. Un clima che anche dalle parti del ternano appare assumere contorni preoccupanti. Si va dai continui proclami di chi sostiene di essere tanto bravo amministratore al paragone di quegli inetti che c’erano prima, si continua con le dichiarazioni di amministratori che non perdono occasione di parlare di una Terni all’”anno zero”, come se fino a ieri questa landa del sud dell’Umbria fosse popolata da neanderthaliani armati di clava; arrivando alle critiche che a volte diventano troppo veementi da parte delle opposizioni. Ma un contributo non secondario lo hanno dato certe foto diffuse sui social in cui il primo cittadino di Terni compare in trii sedicenti “omofobi” o con lo stesso sindaco e amministratori ternani che appaiono di fianco a scritte d’insulti per Perugia. Come dimenticare, per restare dalle stesse parti geografiche quel figurone fatto dal consigliere comunale di Amelia che ha rovesciato insulti sessisti, volgari e indegni di uno che rappresenta altri cittadini e fa parte delle Istituzioni, contro una cantante che in un concerto s’era azzardata a dire: “Aprite i porti”.

Poi ci sta che la Lega lo cacci, che il sindaco di Amelia prenda le distanze dalle sue esternazioni e che respinga “Il clamore e l’eco che la notizia di Amelia ha avuto in queste ore” perché “strumentalmente orientati a voler colpire la forza politica che Egli (scritto con la E maiuscola dal sindaco, ndr) rappresenta e che è attualmente al Governo, nonché l’Amministrazione Comunale, ma questo non  può diminuirne né in alcun modo giustificarne la gravità che rimane esclusivamente riconducibile ad una responsabilità di carattere personale. Non intendiamo, pertanto, tollerare strumentalizzazioni politiche perché la serietà del nostro operato non può e non deve essere messa in discussione da affermazioni offensive e scomposte di una sola persona”.

Ha ragione il sindaco Pernazza: le strumentalizzazioni servono solo a rendere più aspro il clima, e quindi vanno respinte. Certi fatti vanno considerati come irresponsabili cedimenti personali, come episodi esecrabili ma pur sempre episodi, come scritte insensate: sia che compaiano sulle schermate facebook o twitter, sia su un muro. Parlarne in termini diversi sarebbe solo il segno di una considerazione sprecata.

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