Carsulae e la Cascata: “guerra tra poveri” per il rischio lavoro

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cascata marmore terni

Il discorso è quello della coperta troppo corta. Solo che nel caso in questione la scelta non riguarda se lasciar prendere freddo ai piedi o alla testa: qui c’è in ballo il lavoro. Il rischio è che si arrivi ad una “guerra tra poveri” per la difesa di un posto tra i lavoratori addetti ai servizi turistici della Cascata delle Marmore e quelli che invece trovano impiego al sito archeologico di Carsulae.

In passato erano tutti dipendenti di articcolazioni della cooperativa Actl, ma nel frattempo si è registrato che al rinnovo del bando di concessione da parte del Comune di Terni c’è stato un cambio che alla Cascata delle Marmore è già operativo da qualche mese mentre per il Centro Visita e il sito archeologico di Carsulae esso avverrà il 2 gennaio 2020.

Qual è il problema? Il problema è che i cordoni della borsa si sono stretti. E così la nuova concessionaria, Vivaticket, nell’assorbire i dipendenti Actl della Cascata ha ridotto gli orari di lavoro e di conseguenza il corrispettivo mensile di ognuno. Un modo di evitare che alcuni, e comunque sempre troppi, operatori andassero a casa.

Con l’unificazione delle concessioni tra il sito della Casata e quello di Carsulae, la questione si riapre perché in una qualche maniera entrano in ballo, finendo in unico calderone, le ore di lavoro relative all’uno e all’altro sito, cosa che crea una qualche preoccupazione per i dipendenti in servizio al sito archeologico i quali, prendendo pubblicamente posizione, mettono sulla questione alcuni punti fermi. “Come lavoratori del Centro Visita “Umberto Ciotti” vogliamo esprimere alcune posizioni scrivono in una nota – Chiediamo che le ore per le aperture del Centro Visita e Documentazione di Carsulae siano destinate esclusivamente alla trattativa degli attuali lavoratori di Carsulae. Diciamo questo perché purtroppo da settimane stiamo assistendo all’ipotesi che i lavoratori della Cascata delle Marmore possano assorbire il piccolo monte orario a disposizione per Carsulae  che significherebbe per noi, attuali lavoratori di Carsulae, la perdita del posto di lavoro”. Aggiungono, per specificarlo, che “la Cascata può vantare un monte orario annuo a disposizione per i lavoratori che è circa 10 volte superiore a quello di Carsulae”.

Non manca nella nota il richiamo ad alcuni principi “che sono l’architrave del nostro agire. 1,  Il principio universale del diritto al lavoro e la difesa della nostra occupazione. 2, il principio della tutela della nostra professionalità e continuità lavorativa, archeologi, antropologi, personale con esperienza trentennale e una professionalità acquisita nel tempo. 3, La difesa della dignità umana”.

Certo, la questione non è così semplice come potrebbe sembrare a prima vista. C’è da prendere provvedimenti sia da parte del concessionario che del concendente, ossia VivaTicket e il Comune di Terni, ma c’è anche da cercare di mettersi la mano sulla coscienza da parte dei lavoratori e dei loro rappresentanti, che si trovano a fare i conti con una diminuzione del corrispettivo percepito e con la ristretta disponibilità di posti da occupare, opiù èrecisamente di pre da lavorare.

La parte più debole, come al solito, è quella di chi presta la propria opera, sia alla Cascata che a Carsulae.

“Noi lavoratori di Carsulae stiamo facendo la nostra parte poiché siamo già disposti e pronti a valutare posizioni contrattuali part-time con una redistribuzione delle ore secondo il principio di mutua solidarietà”, specificano coloro che sono attualmente in servizio al centro “Ciotti”. I quali, consapevoli e pronti a fare la propria parte chiedono “un impegno alle parti in causa: il Comune di Terni può farsi garante di questi principi, il sindacato riesca a dare voce alle posizioni dei lavoratori di Carsulae e Vivaticket, nuova azienda entrante, mantenga la sua disponibilità alla tutela dei lavoratori attualmente impiegati a Carsulae. Come lavoratori intendiamo batterci per il riconoscimento del nostro diritto al lavoro”.

E pensare che si parla dei due siti turistici di maggiore rilievo ed attrattiva del Ternano, ossia quelli su cui maggiore dovrebbe essere l’investimento – anche economico, ma non solo – da parte delle Istituzioni in un’ottica di sviluppo.