Camera di commercio di Terni: l’autonomia non è cosa già acquisita

FLAMINI duecentomila euro

Sì, il Tar del Lazio si è pronunciato e per ora è tutto fermo: l’accorpamento tra la Camera di Commercio di Terni e quella di Perugia per ora non si fa. Per ora, appunto. “E già – spiega il presidente dell’ente camerale ternano, Giuseppe Flamini – Il Tar ha dichiarato “rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale” riferita all’articolo 10 della legge cosiddetta Madia, ma non è entrato nel merito del ricorso presentato da noi e da altre Camere di Commercio (per ora sono ufficialmente 18 a contestare la riorganizzazione del settore, ndr). Il Tribunale amministrativo regionale del Lazio ha quindi chiamato a pronunciarsi la Corte Costituzionale che dovrà stabilire la legittimità di quell’articolo di legge”.

Ovviamente, essendo la Legge Madia quella che fa da “madre” alla riorganizzazione del sistema delle Camere di Commercio, in caso di incostituzionalità di quell’articolo 10, diventerebbero incostituzionali tutti i provvedimenti ad esso collegati e sarebbe perciò da ridiscutere il progetto di razionalizzazione delle Camere. “Per la verità – chiosa Flamini – noi riteniamo opportuno rivedere tutto da capo, facendo tesoro delle esperienze negative che si sono già registrate in altre regioni”.

Di strada da fare ce n’è ancora e non è così agevole come è sembrato a qualcuno. Bisogna lavorarci e da subito: è questo il messaggio che Flamini lancia alla città. Intanto si aspetta di vedere cosa uscirà da due incontri importanti già programmati, il primo per il 3 aprile con il presidente nazionale Unioncamere, il secondo il 15 aprile col Ministero dello Sviluppo economico, competente per la materia, cui parteciperà il ministro Di Maio.

Stando cosi le cose non è certo il caso che ci sia chi sbandieri risultati, e soprattutto – ha ricordato il presidente Flamini – nessuna parte politica può cavalcare la tigre: “Noi, la Camera di Commercio, siamo un organismo in cui sono rappresentate le varie parti, andiamo d’accordo con tutti e se meriti ci sono non sono solo di qualcuno”.

Non è una polemica. Pare più che altro la preoccupazione che certe autocertificazioni di merito, certe ricerche di visibilità, possano come a volte accade avere effetti negativi nell’azione di perseguimento di un obiettivo per cui, partendo dalla base fornita dal pronunciamento del Tar del Lazio, tutti sono chiamati ad impegnarsi. In favore di un territorio, delle sue imprese, della sua economia.

Già, come dice il presidente, le imprese del ternano debbono farsi carico di alcune difficoltà che, nonostante sia sia nell’era del digitale, cadono loro addosso a seguito dell’accentramento di molti uffici e centri decisionali lontano da Terni. “Certo – conclude Flamini– se poi si vuole che le Camere di Commercio siano solo l’anagrafe delle imprese è inutile stare a discutere intorno alla positività o alle negatività dell’accorpamento in una sola Camera Umbra. Ma questo a nostro parere sarebbe uno svilimento, una negazione del ruolo che un ente che raccoglie tutte le imprese possa svolgere per la crescita di un territorio: per farlo bisogna conoscerlo quel territorio, viverlo giorno per giorno nel contatto costante con gli operatori economici cui noi, comunque, continueremo ad assicurare il massimo possibile dei servizi”.