Buona notizia per Ast: clausole di salvaguardia per l’Indonesia

terni polo siderurgio acciaierie ast

Tutela delle produzioni inox europee

La buona notizia, per Ast, è che a Bruxelles si è deciso di includere l’Indonesia nell’elenco dei Paesi in via di sviluppo soggetti a misure di salvaguardia a tutela di alcuni prodotti siderurgici europei. Nello specifico la produzione di fogli e nastri di acciaio inossidabile laminati a caldo, fogli e nastri di acciaio inossidabile laminati a freddo. Ossia di prodotti Ast che, in effetti, ha addotto come causa di qualche difficoltà proprio l’invasione di prodotti siderurgici indonesiani a prezzi fortemente più contenuti. Gkli effetti del provvedimento, si faranno sentire nei prossimi mesi, ma – a questo punto – dovrebbero essere positivi se è proprio questa concorrenza uno dei motivi, il principale, che hanno spinto le acciaierie ternane ad aprire una procedura di cassa integrazione ordinaria che potrebbe coinvolgere 1.200 operai (la metà dell’organico ad occhio e croce).

A tale proposito Ast precisa che in ogni caso la richiesta di utilizzare la cassa ordinaria sarebbe più o meno un provvedimento quasi di routine. “La cassa integrazione ordinaria – spiega una nota dell’azienda – è lo strumento al quale diffusamente e abitualmente le aziende italiane fanno ricorso per fronteggiare cali temporanei dei volumi produttivi: a titolo di esempio, l’INPS ha comunicato che nel solo mese di luglio 2019 sono state autorizzate 8.847.531 ore di cassa integrazione ordinaria su tutto il territorio nazionale. Anche AST, come molte altre aziende – si aggiunge – fa ricorso a questo ammortizzatore sociale ordinario, per il quale vengono regolarmente versati contributi all’ente previdenziale, ogni qualvolta vi siano variazioni significative nel volume degli ordini: è infatti già stata applicata da AST per tre settimane, tra dicembre 2018 e gennaio 2019, e in più occasioni negli anni 2016 e 2017”.

Né sarebbe così preoccupanti il “volume” delle ore richieste: “La cassa integrazione ordinaria – specifica la nota di Ast – viene normalmente richiesta per il periodo massimo di validità dell’autorizzazione rilasciata dall’INPS, pari a tredici settimane, e per il numero massimo di lavoratori ai quali potrebbe essere applicata, senza per questo volere significare che verrà utilizzata in modo così esteso”.

In sostanza la richiesta recentemente avanzata è come un mettere le mani avanti, anche se in ogni modo esistono motivazioni di congiunturale “quali l’aumento del prezzo del nichel, che ha determinato un momento di pausa negli ordinativi dei clienti, i quali vogliono vedere che cosa succede nelle prossime settimane: ci auspichiamo che sia qualcosa di transitorio”. “In ogni caso il ricorso alla cassa integrazione ordinaria da parte di AST sarà strettamente correlato alla riduzione del carico d’ordini”, perché comunque l’obiettivo, come accade per “ogni imopresa che guardi la futuro” è mantenere e incrementare gli attuali livelli produttivi e occupazionali.

Si vedrà cosa accadrà in relazione al prezzo del nichel, certo è – aggiunge Ast – che “Resta da chiarire un punto fondamentale: fino ad oggi il calo degli ordinativi  è stato il frutto di una concorrenza selvaggia, che arriva dai mercati asiatici, dove il costo del prodotto è notevolmente inferiore, a causa del basso costo dei salari dei lavoratori, della totale assenza di costi ambientali e di ogni tipo di tutela a difesa della salute dei dipendenti, nonché degli importanti aiuti pubblici a sostegno della siderurgia”. Ed è per questo che assume un valore positivo non trascurabile l’inserimento dell’Indonesia tra i Paesi soggetti a misure di salvaguardia dall’Unione Europea.