“Briccialdi” statalizzato dopo decenni, ed è subito corsa a prendersi il merito

L’Istituto Briccialdi

“La statalizzazione del Briccialdi è merito soprattutto del Briccialdi stesso della sua storia e del suo impegno, e di chi – anche a livello politico – ha avuto la sensibilità e l’onestà di lavorare seriamente e in maniera professionale non per una parte ma per tutta la città”. Da Leonardo Latini, sindaco di Terni, arrivano parole  rasserenanti. Perché intorno alla statalizzazione dell’Istituto musicale Briccialdi si è scatenata la bagarre per appendersi una medaglia in petto attribuendosi il merito della soluzione di un problema che si trascina da decenni. Erano gli anni ’70 del secolo scorso, ad esempio, quando si avviò un iter complicato per far sì che la scuola di musica cittadina diventasse un istituto musicale paritario. Ora finalmente la storia del Briccialdi è a una svolta. Ora è un istituto statale di “alta formazione”.

Lallo Latini
Il sindaco Latini

L’annuncio è stato dato ufficialmente nel corso di una conferenza stampa all’uopo convocata. “Ѐ un giorno importante per la città, un giorno atteso da molto tempo e frutto di un lavoro, di una procedura e di un impegno complessi, portati avanti con passione, soprattutto da parte del presidente Letizia Pellegrini e del direttore Marco Gatti, insieme a tutti coloro che hanno lavorato per questo risultato che ringrazio di cuore a nome di Terni”, ha detto il sindaco Latini intervenendo alla conferenza stampa. Un accenno dovuto, nel riconoscere meriti ed impegni, perché ancor prima dell’annuncio ufficiale era immediatamente iniziata la corsa a imbellettarsi attribuendosi la paternità del successo. Si sa, come dice Latini, “Quando ci sono i successi tutti tendono a farli propri, ma questa è una vittoria della città alla quale, so bene che molti hanno contribuito: come sindaco posso essere testimone del nostro impegno e del nostro lavoro con gli assessori comunali che si sono succeduti, oltre che di quanto fatto dall’ex ministro Bussetti, dai parlamentari dell’allora maggioranza che in quella fase si sono attivati con particolare efficacia e dall’esecutivo regionale che sta concretamente sostenendo l’istituto. Del Briccialdi dobbiamo essere orgogliosi tutti, perché è un patrimonio della città”. E proprio per questo un’amministrazione cittadina ha il dovere di difenderlo e valorizzarlo, a prescindere dal politico di turno.

In verità a dare la stura alla vanteria è stata proprio la Lega, con un’uscita del vicesegretario regionale, la senatrice Valeria Alessandrini, che nell’annunciare l’ammissione del Briccialdi alla statalizzazione, riconosceva l’impegno dei vertici dell’istituzione musicale e sottolineava che “Come Lega, a tutti i livelli, abbiamo sempre voluto e sostenuto la statalizzazione, che permetterà a questa eccellenza ternana di proseguire nella sua attività, ottenuta anche grazie all’interlocuzione con i già ministri Salvini e Bussetti che non hanno mai fatto mancare il loro apporto. Insieme alla giunta comunale di Terni e a tutta la squadra della Lega in Parlamento, abbiamo sempre appoggiato con convinzione le istanze dei vertici del ‘Briccialdi’, seguendo da vicino le tappe del percorso”. Anche se per la verità va detto che, nel convocare la conferenza stampa, la presidente ed il direttore dell’istituto hanno riferito che “La notizia (della statalizzazione, ndr) si è fatta attendere molto più a lungo di quanto previsto”.

Le parole del vicesegretario della Lega hanno stimolato la reazione del consigliere comunale di Senso Civico, Alessandro Gentiletti: “La statalizzazione del Briccialdi è il risultato di un percorso condiviso e risalente, che parte dal basso fino ad arrivare in parlamento: per questo è ingiusto che se ne appropri una parte politica, come sta tentando di fare la Lega”, ha replicato Gentiletti. “Non è corretto anzitutto verso le lavoratrici e i lavoratori dall’istituto, che hanno tenuto duro e condotto in prima linea, insieme ai sindacati, una battaglia che si è rivelata essenziale e determinante. Un ruolo parimenti decisivo lo ha giocato la dirigenza dell’istituto , che si è rivelata determinata e caparbia. Innegabile poi il contributo anche delle precedenti amministrazioni regionali, soprattutto nell’ultima parte del mandato, che hanno investito e permesso ad una delle punte di diamante del nostro territorio di sopravvivere e andare avanti. Le tante iscrizioni di studenti, anche provenienti da fuori città, rappresenta un valore su cui investire”. Il consigliere di Senso civico, quindi, suggeriva di guardare avanti e pensare a come consentire al Briccialdi di crescere concretamente: “Predisporre protocolli interistituzionali finalizzati a ciò dovrebbe essere la preoccupazione di chi governa invece che concentrarsi ossessivamente sul voler mettere bandierine e intestarsi i meriti altrui”.

Gentiletti mette, insomma i puntini sulle “i”. Ma non è restato l’unico, perché poi chi si considera l’unico “Altrui” s’è manifestato. Naturalmente è lui, Sacciofà, al secolo Enrico Melasecche: “25 anni di battaglie iniziate con Ciaurro e l’amico Prof. Paolo Cicchini”, ha scritto in un lungo intervento sui social, che prende le mosse addirittura da quando  “Ciaurro mi pregò di aiutarlo entrando in giunta a fine 1994” e continuando col ricordare lo scatto di reni con cui in un solo anno riuscì a trovare una sede dignitosa (Palazzo Giocosi Mariani) per l’istituto musicale  sui cui pianoforti scendeva – ricorda –  l’acqua piovana che penetrava dai tetti di Palazzo Manassei, la vecchia sede. “In molti di sono battuti con noi in questo quarto di secolo e plaudo a chi ha condotto la volata finale fino al traguardo odierno”, riconosce comunque. Con la magnanimità di chi se non ha inventato il Briccialdi ne è – quasi quasi – il padre.