Ast e disimpegno tedesco: i sindacati cominciano a mobilitarsi

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Le segreterie territoriali di tutti i sindacati metalmeccanici e le Rsu Tk-Ast hanno avviato iniziative dopo “il disimpegno dichiarato dalla multinazionale ThyssenKrupp nei confronti del sito di Terni”. Il clima è quello di una preoccupazione piuttosto profonda: “Le dichiarazioni contraddittorie degli ultimi anni sulla strategicità del sito e da ultimo le
prospettive più volte annunciate dal management, in ordine al rilancio, dopo la vendita del
settore elevator, vengono spazzate via dalle esternazioni del consiglio di supervisione del 18 maggio 2020″, dicono in una documento diffuso dopo la riunione congiunta e ricordano che le organizzazioni sindacali “hanno sempre espresso perplessità e non hanno mai creduto agli annunci del management ai vari livelli, continuando, invece, a considerare probabile la cessione del sito”.
Una preoccupazione che prende le mosse dalle previsioni sull’andamento dell’economia mondiale dell’acciaio, dentro la pandemia, per cui si prevedono un -5,9% negli Stati Uniti, un -7,5% nella zona euro e un -9,1% in Italia. “In questo quadro il disimpegno potrebbe rendere più difficile qualunque soluzione. Una prima conferma viene dal fatto che dal prossimo 23 maggio e fino al 3 giugno si fermeranno tutte le produzioni, con una prospettiva nebulosa e comunque non rosea per i mesi a venire”, spiegano Fim, Fiom, Uil, Fismic, Ugl, Usb e le Rsu nel ribadire ” la strategicità e l’essenzialità delle produzioni delle Acciaierie di Terni, che rappresentano il 61% del PIL comunale, il 37% di quello provinciale e il 15% di quello regionale”, essendo Ast la prima azienda per fatturato e numero addetti nel territorio con 2350 diretti, 150 somministrati e oltre 1500 lavoratori dell’indotto.

Nel quadro della riorganizzazione delle produzioni europee, secondo i rappresentanti dei lavoratori “è vitale evitare la deindustrializzazione dell’Italia auspicando un’immediata ripresa del tavolo nazionale dove si dovrà registrare anche l’impegno concreto delle Istituzioni locali, per essere in grado di trovare tutte le soluzioni possibili, garantendo il futuro del sito e scongiurando un pericoloso indebolimento”.
Ritengono quindi essenziale “La salvaguardia del sito integrato, delle produzioni, dell’assetto impiantistico e dei livelli occupazionali e salariali anche dell’indotto. L’individuazione d un player o di un partner di livello europeo o mondiale con,
vocazione industriale e che abbia volontà e capacità a produrre e sviluppare il sito di
Terni”.

Da subito i sindacati chiedono vigilanza sulla sostenibilità economica e finanziaria con il
mantenimento delle quote di mercato; conferma degli investimenti programmati -a partire da quelli ambientali e nuovi investimenti da destinare alla ricerca e all’innovazione.

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