Se si sceglie di abitare in un appartamento preso in affitto in una delle quattro maggiori città dell’Umbria, è meglio scegliere – se si è nelle condizioni di poterlo fare – Città di Castello. Lì un appartamento di cinque vani nel centro storico può costare anche 370 euro al mese; a Terni, invece minimo ci vogliono 500 euro al mese che diventano 400 a Foligno e 400 anche a Perugia dove alla dicitura “centro storico” si affianca la specificazione “di pregio”..
Sono dati estrapolati dal report della Borsa Immobiliare della Camera di Commercio dell’Umbria dedicato proprio al mercato delle locazioni redatto e illustrato da Mauro Cavadenti Gasparetti, componente del comitato di vigilanza della Borsa Immobiliare.
Innanzitutto il report indica un mercato delle locazioni di abitazioni caratterizzato da contratti a canone concordato, una soluzione che mette d’accordo proprietari e inquilini, grazie ad una soddisfazione reciproca. Il Contratto a canone concordato, a differenza di quello libero, prevede il valore della locazione fisso e calmierato. A stabilire le quote minime e massime sono le rappresentanze dei sindacati delle associazioni dei proprietari e degli inquilini, che valutano una serie di fattori come la zona in cui si trova l’abitazione, le condizioni dello stabile, la presenza o meno di ascensore e portineria. Questa valutazione avviene tramite la compilazione di un questionario da parte del proprietario dove viene inserito il calcolo della superficie dell’alloggio e delle pertinenze; in questa fase è fondamentale l’intervento dell’agente immobiliare che fornisce supporto sia ai proprietari che alle associazioni.
“Si tratta di accordi locali per cui il prezzo al metro quadro può variare da Comune a Comune – specifica il report – Tutte le tipologie di abitazione possono essere oggetto del contratto agevolato: può essere una stanza o un’intera abitazione privata. La durata è stabilita dalla legge e prevede diverse opzioni: si va da un minimo di 30 giorni per i contratti transitori (con durata massima di 18 mesi) a 6-36 mesi per gli affitti a studenti universitari, a 3 anni ( durata minima ) + 2 di rinnovo automatico. Le condizioni che regolano il rapporto fra le parti sono stabilite sempre nella convenzione stipulata con i Comuni. Il contratto deve essere registrato entra 30 giorni presso l’Agenzia delle Entrate proprio come una “normale” locazione”.
“Dal punto di vista dell’inquilino il vantaggio è evidente, tanto più se consideriamo che, per le fasce di reddito deboli, ci sono anche delle agevolazioni fiscali – aggiunge Mauro Cavadenti Gasperetti – Ma per il proprietario? Ne elenchiamo alcuni: riduzione considerevole di Imu e Tasi, cedolare secca al 10%, da poco confermata per tutto il 2021, riduzione della base imponibile per Irpef e imposta di registro”.
“L’analisi del mercato immobiliare – specifica il report – è condizionata inevitabilmente dal momento storico particolare che stiamo vivendo e dalle nuove esigenze dettate da un pubblico che interpreta l’acquisto della casa, o il suo affitto, in maniera completamente differente rispetto al passato. In tutto ciò i canoni d’affitto sono cresciuti gradualmente negli ultimi 5 anni, complice il successo del contratto a canone concordato e cedolare secca al 10%, molto apprezzato dai proprietari immobiliari”.