A Perugia la mostra “Luce in Africa”, dove il lampione è mobile

lampione mobile
Lampione mobile per l'Africa

Resterà aperta fino al 22 settembre, al Museo archeologico nazionale dell’Umbria (piazza Giordano Bruno, 10, Perugia), a la mostra Luce in Africa, illuminare la vita delle comunità rurali del Mali con fotografie, filmati, diari, manufatti africani provenienti dal fondo Antinori del museo e un lampione mobile originale proveniente dal Mali. La mostra, curata dall’architetto perugino Matteo Ferroni in collaborazione con la direttrice del Museo archeologico Luana Cenciaioli e l’architetto del Polo museale dell’Umbria Francesco Di Lorenzo, racconta l’origine e la diffusione del lampione mobile realizzato dallo stesso Ferroni per i villaggi del Mali. Si tratta, come afferma lo stesso Ferroni, “di uno spazio di luce per accogliere la vita di gruppo che di giorno avviene sotto l’ombra degli alberi e trasformare, in altre parole, l’ombra dell’albero in luce. Così, con una vecchia bicicletta, un LED ed una batteria di moto”, prosegue l’architetto, “ho creato il primo lampione mobile che ho cominciato a sperimentare nel villaggio dove vivevo.

L’impatto, sia nella vita pratica che in quella simbolica, è stato impressionate e gli abitanti dei villaggi circostanti venivano a vedere. La notizia si è diffusa immediatamente nella regione e tanti villaggi hanno iniziato a chiedere i lampioni. Così, in accordo con la municipalità locale, ho cominciato a far replicare i lampioni dagli artigiani locali per distribuirli ai villaggi. Per poter coprire più villaggi possibile ho deciso di consegnare quattro lampioni mobili ad ogni villaggio facendoli gestire collettivamente dal villaggio stesso, introducendo, pertanto, una soluzione che nel tempo si è rivelata estremamente innovativa e funzionale rispetto alla luce pubblica convenzionale: la luce collettiva. I lampioni sono stati battezzati con il nome di Foroba Yelen che in lingua bambarà significa luce collettiva e che è diventato il nome del progetto”.