Ddl Zan e “Editto ungherese” della Garante dell’Infanzia: E’ bagarre

garante castellani
Maria Rita Castellani

Secondo la Lega dell’Umbria di vergognoso ci sono gli attacchi contro la garante per l’Infanzia, Maria Rita Castellani. “Dopo che per anni l’Umbria è stata laboratorio delle politiche gender – sostiene la Lega – abbiamo finalmente un Garante preparato, serio e coraggioso che denuncia quanto si rischia con il Ddl Zan ed è vergognoso che diventi oggetto di attacchi da parte della sinistra. Questa è la prova di quello che ci aspetta se passa il Ddl Zan: non si potrà più dire nulla che sia contro le lobby Lgbt”.

Secondo molti altri, però, di veramente vergognoso ci sono invece le dichiarazioni cui Castellani si è lasciata andare intervenendo sul Ddl Zan. Il garante per l’infanzia è di nomina da parte della Regione e felicissimo si dichiarò al tempo l’onorevole Simone Pillon per la scelta compiuta a suo tempo.

Cosa ha detto, in una corposa elucubrazione, Maria Rita Castellani? “Il concetto d’identità cambia, non è più quello antropologico che distingue persona da persona in ragione di evidenze biologiche, ma diventerà qualcosa che io, cittadino, posso decidere arbitrariamente secondo la percezione del momento. Di conseguenza ogni desiderio sarà considerato un bisogno e il bisogno un diritto“. Tanto che “si potrà scegliere l’orientamento sessuale verso cose, animali, e/o persone di ogni genere e, perché no, anche di ogni età, fino al punto che la poligamia come l’incesto non saranno più un tabù, ma libertà legittime“.

Dichiarazioni che lasciano che lascia perplessi, oltre che per una serie di altri motivi e che dipinge una società fondata sul sesso spesso deviato, malato. Ma è davvero’ quello rappresentato dalla garante per l’infanzia il comune sentire degli umbri? Perché, bene o male, le parole della garante danno un’immagine della cultura e delle civiltà dell’Umbria intera da parte della rappresentante di un’Istituzione, il Garante dell’infanzia e dell’adolescenza che travalica e svilisce lo spirito e la forma della legge regionale che istituì questa figura affidando ad essa “la promozione, la difesa e la verifica dell’attuazione dei diritti dei minori attraverso azioni positive mirate alla promozione del diritto alla vita, alla famiglia, all’istruzione, all’assistenza socio-sanitaria, alla sopravvivenza e alla partecipazione alle decisioni che li riguardano, tenendo conto del loro superiore interesse”.

Eppure il curriculum di Maria Rita Castellani riferisce che si è al cospetto di una “scrittrice e pedagogista, nata e residente a Perugia”, persona “da sempre impegnata nell’approfondimento delle tematiche relative alla famiglia e all’infanzia, autrice tra l’altro dei saggi: “Il diritto del bambino alla tenerezza”, ed Dehoniane, 2007, “Diario immaginario di Ishà”, Edizioni Youcanprint, 2014 e dell’opuscolo La bellezza della famiglia, Edizioni La Voce”.

Ad ispirare una personalità siffatta sarà stata allora l’ebbrezza del potere politico che si vuol trasformare in potere ideologico? O la voglia di mettersi in mostra e guadagnare punti nell’ambito di uno schieramento? O come dice Emma Pavanelli, senatrice umbra del M5S siamo di fronte ad una “una figura istituzionale scelta come Garante dell’infanzia che, non ha capito un disegno di legge.. ” che forse non ha ” neanche letto, e sarebbe ancora più grave”. Immediata la richiesta di dimissioni di Castellani da parte della senatrice, ribadita dal dal capogruppo Pd al consiglio regionale, Tommaso Bori; “Sono parole non tollerabili in un paese civile – dice Bori -, a maggior ragione se pronunciate da chi ricopre un ruolo istituzionale e da cui ci si aspetterebbe un approccio laico o quantomeno equilibrato. Ci troviamo invece di fronte a una becera radicalizzazione verbale e ideologica”. Il Pd, nel chiedere le dimissioni della garante, solleva “anche se il dubbio che le posizioni espresse da Castellani siano perfettamente in linea a quelle della giunta regionale”.

“Le dichiarazioni diffuse dalla Garante per l’infanzia e l’adolescenza, Maria Rita Castellani, sono soltanto le ultime di una lunga serie di uscite imbarazzanti e fuori luogo, che evidenziano come le posizioni espresse pubblicamente sul tema dei diritti civili, siano del tutto incompatibili con la funzione e il ruolo assegnatole dalla legge regionale sulla base del principio di autonomia e indipendenza”, si legge in una nota congiunta delle opposizione in Regione. “Tali farneticanti dichiarazioni – continua la nota – che vanno persino oltre le posizioni espresse dall’ala oltranzista e ultracattolica vicina sia al senatore della Lega Simone Pillon, che alla stessa Castellani, sono per noi motivo di grave pregiudizio per il proseguimento del mandato della stessa. Riteniamo dunque doveroso chiederne la dimissioni, auspicando che, a difesa dei diritti dei minori possa essere nominata un’altra figura, maggiormente degna di interpretare questo ruolo”.

E dimissioni sono state chieste da coloro – e sono centinaia di cittadini e cinquanta associazioni – che hanno sottoscritto un appello promosso dalL’associazione Lgbti Omphalos di Perugia. Al coro si aggiungono il sindaco di Narni, Francesco De Rebotti, e i Capigruppo al consiglio comunale narnese, Luca Tramini (Movimento 5 Stelle). Fabio Svizzeretto (Pd), Federico Novelli (Partito Socialista) Lorenzo Bonifazi Lista civica, Lo fanno definendo le dichiarazione di Castellani una “bruttezza politica e culturale di fronte alla quale  non si può far finta di nulla, bisogna intervenire e riportare il lume della ragione in mezzo a questo buio medievale in cui la peggiore destra di sempre ci sta affossando” e definiscono vomitevoli e cariche di una propaganda politica malata che hanno dato prova di come la Castellani non possa essere in grado di ricoprire un tale ruolo”. I gruppi consiliari ed il sindaco di Narni chiamano in  causa anche “il complice silenzio della Presidente Tesei e del Presidente Squarta. Coloro che l’hanno nominata ed ora con il loro silenzio la stanno difendendo. Questo è uno dei tanti campanelli di allarme che stanno risuonando in questi mesi, questo è  quello che riesce a produrre la peggior destra di sempre: solamente odio, falsità e silenzi”. “L’Umbria non è questa – concludono- E’ ora che tutte le forze sane, della nostra regione, inizino a far scudo contro questo ritorno al medioevo. E’ ora di tornare a difendere i nostri diritti e la nostra terra volgendo lo sguardo verso il futuro”.