La firma del patto tra il sindaco Emilio Secci e l’amministratore delegato della Sotret, Paolo Lattanzi, stabiliva per filo e per segno i termini del servizio. Che al tempo era limitato ad un solo percorso di andata e ritorno tra la stazione ferroviaria e il Villaggio Italia. Il percoso era il seguente. In andata: piazza Dante Alighieri, viale della stazione , piazza Tacito, via Primo Maggio, via Petrucci, via Mancini, via Beccaria, via Carrara, Ponte Nuovo (Ponte Carrara ndr), Lungo Nera (sic!) via Piave, piazza Adriatico, piazza Tirreno, piazza della Pace. Diverso il percorso di ritorno che era il seguente: piazza della Pace, via Mentana, Ponte Romano, via Roma, piazza del Popolo, Corso Tacito, piazza Taciyo, viale della Stazione piazza Dante Alighieri. In tutto, tra andata e ritorno, 5 chilometri e 600 metri che l’autobus percorreva in venti minuti il che coincideva con il massimo tempo di attesa alla fermata.
Il parco mezzi non era stratosferico: un solo autobus in servizio ed un altro di riserva “con carrozzeria di tipo urbano e di notevole capacità”. Nelle ore di punta la Sotret avrebbe potuto utilizzare un autobus di tipo Fiat 600/RN.
E gli orari? L’autobus sarebbe stato in servizio tutti i giorni festivi compresi dalle 4,30 alle 7 (servizio per chi doveva andare o tornare dalla stazione ferroviaria) , dalle 7 alle 21 con passaggi ogni venti minuti, e dalle 21 fino all’orario di arrivo dell’ultimo treno da Roma.
Costo del biglietto 25 lire, ma ai due capolinea di piazza Dante e piazza della Pace, se si vleva proseguire era necessario acquistare un nuovo bigl