Vacanze alle terme Manni di piazza Tacito

 

Lalbergo della Saffat ex Manni in piazza Tacito
L’albergo Manni in piazza Tacito a Terni

“Società degli Alti Forni, Fonderie ed Acciaierie di Terni”: la scritta, in neretto e caratteri grandi fa parte di un tamburino pubblicitario sul quotidiano La Stampa, pubblicato per molti giorni consecutivi del gennaio 1887. Le acciaierie di Terni sono nate da appena tre anni. La “Saffat”, si spiega nell’inserzione pubblicitaria, è una società “Anonima con sede inTerni”  che ha un capitale di16 milioni di lire “interamente versato”. La sorpresa, però, arriva dopo. Perché la società delle Fonderie pubblicizza la ghisa o l’acciaio prodotti, ma un albergo. “D’affittare o da vendere a condizioni da convenire”. E illustra: “Nuovo Albergo con stabilimento bagni a Terni”,  un “Grande e decoroso edificio sulla nuova piazza Cornelio Tacito, entro barriera sulla strada della stazione,con grandi sale per ristorante, caffè, bigliardo, sale di lettura e di aspetto, bagni, terrazze e 37 camere. Bagni caldi e vasca natatoria”.Gli interessati potevano rivolgersi “Per informazioni e trattative”  a Terni, alla direzione generale della Società degli Alti Forni,Fonderie ed Acciaierie; a Roma,in via Nazionale 163; a Padova all’Ufficio della Società Veneta per Imprese e costruzioni pubbliche.

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L’annuncio Saffat per vendere l’albergo Manni

Ecco spiegato, allora, il perché la Saffat, società proprietaria della acciaierie si trova in possesso di un albergo con “bagni caldi e vasca natatoria”. Era una delle tante e considerevoli proprietà che la società “Veneta” guidata da Vincenzo Stefano Breda aveva acquisito a Terni ancor prima di far società con Cassian Bon. Sia Breda che Bon furono uomini d’affari ed imprenditori che svilupparono le loro attività nel primo periodo post-unitario, buttandosi nel business della costruzione di infrastrutture  necessarie per far sì che l’Italia si avviasse a diventare uno stato moderno ed industrializzato. Gli investimenti erano fortemente incoraggiati e gli imprenditori che aspiravano ad assicurarsi l’ingente mole di lavori utilizzavano ogni risorsa per ottenerli. I contatti personali di Breda con membri del governo e del parlamento, le buone conoscenze (e parentele) del Bon in Vaticano ebbero il loro peso. E certo la Società Veneta si dette un bel da fare per far nascere le acciaierie a Terni dove aveva non pochi interessi. Tra questi c’era pure l’albergo. Costruito dai fratelli Manni (Pietro, Luigi e Agostino), un albergo di lusso e adatto – a quanto pare – anche ad un vacanza di tipo termale. L’acqua utilizzata per “i bagni caldi e piscina termale” veniva captata da una delle forme che servivano di energia idraulica tutta la città e veniva opportunamente riscaldata. Era l’acqua del Nera insomma.
Sarà stato venduto facilmente l’albergo dalla Saffat? Chissà. Certo è che anni dopo quella costruzione era stata destinata ad altri usi, ospitando, tra l’altro l’ambulatorio del medico Bracci (quello proverbiale di “Se te do ‘n cazzottu non te sarva mancu Bracci”. Tra demolizioni e ricostruzioni successivamente lì fu la sede dell’Inam, “la mutua”, del Pci. Oggi c’è la banca Bnl.

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