Impero stravolto dallo scarico di un lavandino

La mappa dell'impero sulla facciata della Casa del Combattente
La mappa dell’impero sulla facciata della Casa del Combattente

Dal cuore della Francia sbuca un tubo, che uscendo in diagonale, s’infila in una grondaia. E quello che ha tutta l’aria di essere lo scarico di un lavandino ha stravolto la carta geografica dell’impero, quello che ebbe in Vittorio Emanuele III il capo coronato ed in Benito Mussolini il duce. A nascondere il tutto alla vista contribuisce anche una pianta di fichi. Nata con tutta probabilità spontaneamente, con il passare degli anni, la pianta è diventata così grande ed ha sviluppato una chioma tale da nascondere, in buona parte, la facciata posteriore della Casa del Combattente, in Via Federico Cesi. Lì, su quella parete bianca e liscia, fu a perenne ricordo delle conquiste dell’epoca fascista riprodotta la carta geografica che raffigura il Mare Mediterraneo, l’Europa sud occidentale (esclusa la Gran Bretagna) e l’Africa, dalle coste del Mediterraneo a quelle del mar d’Arabia.
Le aree che facevano parte dell’impero, quello proclamato dopo la vittoriosa guerra d’Etiopia, furono dipinte di rosso; del resto è tracciato solo il contorno. Un lavoro fatto in fretta, forse, perché vi si registra un errore che rappresenta quasi una “appropriazione indebita”. L’autore, infatti, ha dipinto di rosso anche la Corsica, che è rimasta territorio di Francia anche al tempo dell’impero.
Un’operazione di propaganda, non coeva alla costruzione della palazzina che fu inaugurata parecchi anni prima, nel 1918 e che fu costruita dall’impresa Pallotta, al tempo già una delle maggiori tra quelle che operavano nel Ternano.
Dal grande quadro murale, dopo la seconda guerra mondiale, è stata rimossa la scritta, in alto a destra, quella che appunto glorificava l’impero. Il resto è stato lasciato e rappresenta ancor oggi una curiosità oltre ad essere ormai una testimonianza storica, seppur di non grande valore artistico.
Oggi la Casa del Combattente è sede di numerose associazioni.
Nonostante sia ormai quasi del tutto scolorito, l’ “affresco” della facciata posteriore è ancora visibile, insieme alle canale posticce poste in opera in epoche più recenti. Almeno fino a primavera, quando le foglie di fico ricopriranno il tutto.
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