Borzacchini, un ternano alla Mille Miglia

L’Umbria, che nel tracciato della gara era uno dei tratti “classici”, non è nemmeno sfiorata dalla rievocazione storica della Mille Miglia 2015, che passerà invece per l’Abruzzo toccando poi Rieti e Viterbo. E pensare che Terni può vantare un vincitore della Mille Miglia, una delle corse automobilistiche più dure ed affascinanti. E’ Mario Umberto Borzacchini che fu primo a Brescia nel 1932.

Birzacchini nuvolari mille miglia
Borzacchini e Nuvolari

E pensare che a metà gara Baconin, a Terni lo chiamavano tutti col nome con cui era stato registrato all’anagrafe, era staccato quasi di un quarto d’ora.
La rimonta cominciò, nemmeno a farlo apposta, nel tratto che da Narni portava verso Terni. Una decina di chilometri rispetto all’intero percorso di una “Mille Miglia” sono un niente, eppure Borzacchini in quel breve tratto guadagnò un minuto e mezzo a tutti gli avversari. Quel pezzo di strada Flaminia lui, ovviamente, lo conosceva a menadito: ogni curva, ogni piccolo saliscendi, ogni buca persino. Era o non era ternano! E alla fine la vinse quella “Mille Miglia” del 1932: per Baconin – ribattezzato in Mario Umberto – fu la vittoria più importante della carriera di campione automobilistico che si sarebbe conclusa tragicamente un anno e mezzo dopo, nel terribile incidente di Monza dove trovò la morte insieme al suo “rivale” Campari.
Quell’anno “pochi andammo a dormire prima della fine della corsa – ha raccontato nel libro “Borzacchini, l’uomo, il pilota, il suo tempo” Remo Tomassini, il primo “sponsor” di Baconin – e quando, per telefono, ci venne confermata la vittoria, fu come se Terni avesse conquistata la serie A”. Quando l’Alfa Romeo numero 106 tagliò il traguardo di Brescia erano esattamente le 2 e 22 della notte tra il 9 e il 10 aprile 1932.
Qualche ora prima, appena scesa la sera, i suoi concittadini lo avevano visto passare, con la sua Alfa Romeo 2300: una freccia rossa che aveva attraversato, perché quello era il percorso della strada Flaminia allora, l’intero centro cittadino.

La Mille Miglia sfortunata del ’29

Anche nel 1929, in occasione della sua prima partecipazione alla corsa automobilistica più popolare e famosa grandi erano le speranze dei suoi tifosi, ma, racconta ancora Remo Tomassini, “I ternani lo hanno aspettato invano a Terni rinunciando alla cena”. Fu una delusione: Borzacchini, che quell’anno correva con una Maserati 1700, era arrivato in testa a Roma alle 19 e 28. Ma dopo trenta chilometri il motore si “impannò”. “Le pizzerie e i fornai – continua il racconto di Tomassini – avevano provveduto a distribuire pizze ai tifosi che aspettavano nella piazza Vittorio Emanuele… Una simpaticissima e caratteristica figura di ternano “verace, Metelli ex bersagliere, noleggiatore “di piazza” con la sua motocarrozzetta, con la sua tromba d’ordinanza s’era piazzato in posizione strategica presso la torre Barbarasa, in stretta collaborazione con un fiasco di buon vino di Stroncone, con acuti squilli di tromba avvertiva del prossimo passaggio di un concorrente”. Metelli, Orneore Metelli oggi famoso nel mondo dell’arte per le sue opere di pittore naif.
Tra quei bolidi che s’infilavano a tutta birra in via Roma per sbucare rombanti in piazza Vittorio Emanuele (piazza della Repubblica) gremita di gente, la Maserati rossa di Borzacchini non ci fu, qundi. Ma nel 1932 quando egli transitò da Terni era, appunto all’inseguimento dei primi e figurarsi l’entusiasmo dei tifosi! A Roma per primo era passato il tedesco Rudy Caracciola, seguito da Siena e Campari. Borzacchini era quarto, ma con 12 minuti di distacco, che era rimasto praticamente inalterato a Narni. La rimonta cominciò lì: il ritardo diventò di 10 minuti e mezzo a Terni e di 6 a Perugia. A Macerata transitò in testa Campari seguito da Borzacchini a 1 minuto e mezzo, mentre Caracciola che accusava noie ai freni aveva accumulato un ritardo di otto minuti. Ad Ancona Baconin era primo, avendo superato Campari a pochi chilometri dal capoluogo marchigiano. Campari non aveva intenzione di mollare, tanto è vero che passò a  soli 25 secondi.
Ormai, allo scendere della notte, la vittoria era circoscritta a quattro concorrenti: Borzacchini, Campari, Siena che era staccato di poco più di un minuto, e Caracciola che inseguiva a 5 minuti. Il quinto era ormai oltre il quarto d’ora. A Bologna le posizioni erano meglio delineate: Borzacchini primo con Caracciola secondo ma a 10 minuti e mezzo. Per tagliare il traguardo di Brescia restavano da percorrere ancora 400 chilometri: bisognava raggiungere Treviso e le Dolomiti e da qui picchiare sul capoluogo lombardo, sede di partenza e arrivo della “Milla Miglia”. Solo un incidente meccanico poteva togliere la coppa del vincitore dalle mani del campione ternano il quale poteva anche permettersi, a quel punto, di avere un occhio di riguardo per la vettura. Borzacchini non aveva dimenticato quel che gli era accaduto nel 1929, quando era partito a razzo ed aveva chiesto il massimo alla sua Maserati battendo record ad ogni passaggio cronometrato fino a Roma, ma poi il motore, sollecitato all’inverosimile ad un certo punto s’era ammutolito. L’esperienza gli servì e nel 1932 seppe metterla a frutto. A Brescia arrivò comunque con circa un’ora di anticipo rispetto al previsto. La Mille Miglia era sua.

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Per saperne di più:
Remo Tomassini, "Borzacchini, l'uomo, il pilota,
 il suo tempo". 
Ed. Aci Terni e Cestres, 1983.
Giuseppe Prisco, "Mario Umberto Borzacchini.
 Cavaliere del rischio", 
ed. Historic Borzacchini 
e Comune di Terni, 1997